
Come vi avevo annunciato in qualche post addietro (piuttosto addietro) che nel corso dell’anno vi avrei anche parlato di qualche gita fuori porta effettuata nel periodo estivo parlandovi in primis del lungo weekend trascorso a Valeggio e dintorni terminando con Palazzo Te di Mantova.
Una delle tante domeniche afose del mese di luglio abbiamo pensato bene di andare a respirare in Trentino a circa 600 metri di altitudine e in effetti ricordo che si stava davvero bene, sembrerebbero pochi metri di altezza ma da quelle parti il clima è ben tutt’altra cosa rispetto a Parma.
Siamo partiti all’alba è il caso di dire e già dal giorno prima avevamo deciso che invece di andare nella rinomata Riva del Garda, ci saremo spinti appena sopra a Riva per raggiungere Canale di Tenno per poi trascorrere la giornata nel medesimo Lago.
Come da mia consuetudine fare quando trattasi di architettura, ho fotografato a porzioni e anche perché quel giorno era piuttosto pieno di gente, difatti c’era un pullman delle gite.
Costruito a misura d’uomo Canale di Tenno è ricco di storia, per le sue viuzze e portici che narrano vicende d’altri tempi; si fa apprezzare soprattutto per la caratteristica architettura fatta di case di pietra grigia collegate volte a botte, sottopassi e vicoletti.



La frazione è un caratteristico piccolo Borgo di origine medievale che rientra tra i Borghi più belli d’Italia; è sopravvissuto quasi intatto nella sua struttura fino ai giorni nostri, è molto conosciuto anche per la Casa degli Artisti, struttura ricavata negli anni ’60 da un rudere bisognoso di restauro. Difatti molti artisti e personaggi della cultura, attratti dalla bellezza del luogo e dalla sua quiete, hanno trascorso e trascorrono ancor oggi un periodo di vacanza con l’unico obbligo di donare una propria opera alla fine della permanenza. Questo ha permesso di raccogliere un numeroso patrimonio visitato ogni anno da migliaia di persone.


Dopo avere visitato il Borgo ci siamo diretti all’omonimo Lago dal caratteristico colore turchese, risulta essere uno dei laghi alpini più puliti in Italia ed è balneabile. La sua formazione, nel 1100 circa, è dovuta ad una frana staccatasi da Cima Salti (a sud ovest), che bloccò il corso del “Rio Secco”. Il lago è caratterizzato dalla presenza di un isolotto coperto da vegetazione. Quando il lago è basso affiora un’altra isola, detta “Isola dell’86”, poiché è in quell’anno che è stata avvistata per la prima volta. E’ definita “ l’ isola che non c’è” perché non sempre si vede, difatti noi non l’abbiamo vista.

Il sopra citato Lago è grande e bello, la sua principale caratteristica è quella di cambiare l’intensità del suo colore dal turchese sino al celeste più chiaro durante le ore del giorno a seconda di come è la luce solare, un vero spettacolo e difatti nelle foto che vedrete, io non sono intervenuta in nessun modo con la Reflex ho soltanto cercato d’immortalare i vari attimi di questa sua metamorfosi.




La passeggiata intorno a esso per il giro completo del Lago la si può fare in circa un’ oretta di cammino cosa che noi volevamo ed avevamo voglia di fare ma purtroppo quella bella circonvallazione a circa metà del suo tragitto, era interrotta per lavori in corso e così siamo tornati indietro dal medesimo itinerario dell’andata.
Quella giornata è stata splendida da ogni punto di vista abbinando bellezza, cultura e storia, cosa si può volere di più da una gita fuori porta? Ricordo perfettamente che il momento di risalire in auto per tornare a casa direi che ho lasciato il cuore su quel meraviglioso Lago e su quella frescura pensando invece all’afa che mi avrebbe accolta in pianura!!!



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