
Ciao e Buon Anno a tutti!!! Come avevo scritto nel post degli auguri, da quest’oggi riprendo a scrivere sul blog con una certa regolarità, sempre lavoro e corsi di aggiornamento permettendo.
Mi piace l’idea di iniziare l’anno parlando del film Diabolik che in questi giorni di vacanza ho avuto modo di vedere al cinema. Premetto subito che sono sempre stata appassionata del sopracitato fumetto sin dall’età adolescenziale, sono sempre rimasta intrigata dalle storie e affascinata dai protagonisti. Anni addietro era già stato concepito un film su Diabolik il quale però non ho mai visto per cui non sono in grado di fare un paragone con questo realizzato dalla regia dei fratelli Manetti.
Per quanto riguarda questa nuova veste del film inizio col dire che mi è piaciuta moltissimo, una bella realizzazione sia a livello di regia, fotografia, audio, colonna sonora e quant’altro, per non parlare degli attori. Un cast di tutto rispetto iniziando da Luca Marinelli nel ruolo del celebre ladro, Miriam Leone nelle vesti di Eva Kant interpretazione davvero straordinaria, Valerio Mastrandrea invece nei panni dell’ispettore Ginko altra magistrale interpretazione, Alessandro Roja che interpreta il Vice Ministro Caron, Claudia Gerini nella Signora Morel, Serena Rossi nella parte di Elisabeth.
La trama: Siamo alla fine degli anni ‘60. Diabolik il famigerato criminale che semina il terrore a Clerville. Un ladro dalle abilità incredibili, ma anche un assassino privo di scrupoli, di cui nessuno conosce la vera identità. Per l’ennesima volta è riuscito a mettere a segno il colpo e sfuggire alla polizia, in particolare all’uomo che è la sua nemesi, l’Ispettore Ginko.Tutto fa supporre allora che il prossimo obiettivo di Diabolik sarà il diamante rosa di una ricca ereditiera, Lady Eva Kant , da poco rientrata a Clerville dal Sud Africa. Mentre punta a quel gioiello di inestimabile valore, l’uomo resta però sedotto dal fascino di quella giovane vedova, per altro insidiata anche dal Vice Ministro della Giustizia, Caron (Alessandro Roia), pronto perfino a ricattarla pur di farne la sua promessa sposa. Ma ora è la vita stessa del Re del Terrore a essere in pericolo. L’ispettore Ginko e la sua squadra hanno trovato finalmente il modo di stanarlo e questa volta Diabolik non potrà salvarsi da solo. Inizia così “la storia“ oscuramente romantica tra Diabolik ed Eva Kant”. Un sodalizio e una storia d’amore e ladrocinio destinata a diventare lo sfondo di un’infinita serie di avventure.
Lo definirei un film fuori dallo spazio e dal tempo, eppure immerso nello spazio e nel tempo del fumetto, ambientato nelle località immaginarie di Clerville, Bellevue e Ghenf, trovate nella realtà tra le strade di Milano, Bologna e Trieste, in particolare il porto sul mare di Portopiccolo.
In questa pellicola i fratelli Manetti a mio modesto parere sono riusciti a restituire integralmente atmosfere, struttura ed elementi distintivi del fumetto originale, tanto dal punto di vista narrativo che nella costruzione del settore audiovisivo. Secondo quanto affermato da loro stessi, un film non è un fumetto, e il fumetto originale c’è già. Gli autori hanno saputo invece tradurre in immagini i punti essenziali di quello specifico linguaggio: primissimi piani, sguardi e baci appassionati, inseguimenti e fughe dalla polizia che non si risolvono nei termini contemporanei, quelli dell’Action e del Thriller, ma piuttosto attraverso l’ingegno, le soluzioni, le assurde invenzioni del personaggio Diabolik.
Nonostante i famigerati fumetti, questo film ritengo che non sia un’opera nostalgica, costruita per compiacere i vecchi fan del fumetto come è stato definito invece da una certa parte della critica, al contrario, il film è evidentemente il prodotto di due profondi conoscitori del personaggio protagonista, ma anche del Giallo. Le stesse impressioni le ha avute anche mio marito il quale non è mai stato un grande appassionato degli stessi fumetti come invece già specificato sopra, la sono sempre stata io.
Un’ultimo accenno lo voglio dedicare anche alla colonna sonora realizzata da Pivio e Aldo De Scalzi che determina magistralmente il ritmo dell’azione e delle emozioni. Chiudono il cerchio i brani composti per il film e interpretati da Manuel Agnelli: “La profondità degli abissi” e “Pam pum pam” tanto che il dualismo del film si rispecchia attraverso le righe di queste due canzoni.
Concludo dicendo che ancora una volta il cinema italiano dimostra che i film li sa fare eccome!!! Per quanto mi riguarda, affermo che la realizzazione di questa produzione cinematografica, la si possa definire un bel orgoglio italiano!!!


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