
Ultimamente ho letto un libro di sole 120 pagine dal titolo “L’orologio del cuore” scritto da Fratel Michael Davide un’ edizione molto recente difatti è uscito nell’ottobre 2021. Questo piccolo volume mi viene da definirlo un piccolo saggio spirituale ma non temete, non è nulla di bigotto, sebbene l’autore sia un frate benedettino, racchiude semplicemente delle riflessioni sul nostro modo di porsi nel tempo che trascorre, guardando la vita anche da un’altra prospettiva.
La trama è una profonda e originale riflessione sul significato del tempo e il valore dell’attimo presente nell’economia dell’universo e dell’eternità. La questione del tempo, di come usarlo e non sprecarlo, in una società sempre più tecnologica.
Il testo è suddiviso in brevi capitoli intitolati, è molto scorrevole e scritto in maniera semplice e comprensibile a tutti, sembra di leggere un normalissimo romanzo.
Qui di seguito vi posto delle frasi che ho tratto e che a mio avviso sono delle vere chicche di saggezza.
Di queste frasi significative sempre a mio modesto parere, ne ho tratte davvero tante, quest’oggi naturalmente ne posto un numero molto limitato. Naturalmente se ve ne fosse qualcuna che vi colpisce o nella quale vi rispecchiate, potete inserire tranquillamente i vostri commenti e riflessioni al riguardo,
Concludo augurandovi una buona lettura e, come ogni venerdì, un buon weekend. by Giusy
Ogni calendario non serve solo a contare i giorni e a regolare i tempi. Aiuta ad attraversare i giorni e le ore con la consapevolezza che sono l’occasione per vivere pienamente la propria esistenza con consapevolezza e libertà. Sembra questo il segreto per non vivere soltanto sotto l’imperio della costrizione e della necessità.
Avere un passato è un privilegio talora troppo sottovalutato. Proprio il poter vantare una storia vissuta, con le sue luci e le sue ombre ci rende portatori di una verità che, per delle creature intrise di tempo, non può che essere lo sforzo onesto di una certa veridicità. Mentre il flusso dell’esistenza, secondo il mito, alleggerisce la sacca del futuro che ci sta davanti e appesantisce quella del passato che grava sulle nostre spalle si apre davanti a noi lo spazio infinito della consapevolezza nel presente. Il passato ci rende capaci di futuro in un presente operoso, fino a essere rischioso e comunque amato. Il frutto maturo di un passato accolto è l’umiltà serena. Per arrivare a questo traguardo di leggerezza è necessario che il passato sia perdonato. Solo così i ricordi non si trasformeranno in rimpianti, ma in memoria grata anche quando è dolorosa e perfino lancinante.
Nel presente attraversato ciascuno di noi partorisce se stesso, con il dolore della rinuncia a tutto ciò che sta prima e a ciò che potrebbe venire dopo. Così facendo, si acconsente alla continua creazione affidata alla nostra disposizione a non fuggire, a non sfuggire e a non rifuggire dall’umile dovere di ogni istante.
Non dimenticare di essere nati significa ricordarci che la nostra vita è in continua evoluzione e la storia non è certo una fissazione o una mera ripetizione. Non dimenticare di essere nati significa ricordarsi sempre dell’appuntamento quotidiano con la nostra rinascita come disponibilità a ricominciare quotidianamente a vivere come se fosse il primo giorno… e l’ultimo.
L’equilibrio è da trovare, non semplicemente da subire. Si tratta di imparare a essere equi-librati acquisendo la difficile arte di rimanere liberi di essere unici, senza smettere di essere uguali a tutti gli altri nostri compagni di avventura in questo mondo.


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