Biologico e non


Immagine reperita sul web se qualcuno ne detiene i diritti mi contatti che sarà mia cura menzionarli

Ciao a tutti, oggi vorrei parlarvi dei cibi e prodotti biologici.
Premetto che sono sempre stata attenta all’ alimentazione cercando di cucinare il più possibile ricette sane e ponendo anche una certa attenzione ai componenti, quando ho la possibilità prediligo gli ingredienti biologici per le ricette che realizzo, ho sempre pensato che siamo ciò che mangiamo; intendiamoci è una mia scelta e con questo non critico assolutamente chi compra prodotti o ingredienti non biologici e del resto anch’io in parte ne acquisto, eccome!
Devo precisare che ho la possibilità di comprare detti prodotti in primis perchè faccio parte di un gruppo Gas della mia zona (argomento di cui parlerò in un prossimo post), e poi perchè abito in una zona dove vi sono nelle vicinanze aziende agricole che producono biologico dove posso procurarmi frutta, verdura e uova.

Il termine “agricoltura biologica” come già saprete, indica un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi e ogm), ciò significa sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell’acqua e dell’aria, utilizzando invece tali risorse all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo.
La “buona alleanza” è quella fra agricoltori e consumatori, necessaria per avere un’agricoltura che produca cibi buoni, sani, e rispettosi dell’ambiente.
Per ottenerla è importante programmare e promuovere le produzioni e il consumo consapevoli. Uno degli obiettivi fondanti è quello di incidere sulle scelte di mercato, permettendo in questo modo che i valori sociali alla base dello sviluppo agricolo siano un bene comune.
E qui entra in gioco l’ AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) che è un ente nascente a Torino nel 1988 e che unisce produttori, tecnici e cittadini interessati al biologico. 
Per quanto riguarda gli alimenti, in Europa esiste una normativa di riferimento del biologico. Un prodotto confezionato e anche un produttore per essere definito tale deve essere certificato dalla stessa AIAB.
Questo ente promuove l’agricoltura biologica come modello di sviluppo sostenibile. Dunque basa i suoi valori sulla salvaguardia e valorizzazione delle risorse, rispetto dell’ambiente, benessere animale e salute di chi consuma.
L’ associazione è attiva nella promozione della vendita diretta nelle aziende e in ogni forma di commercializzazione che riduca la distanza fra produttore e consumatore. Organizza, inoltre, ogni anno, due campagne:  la PrimaveraBio (maggio) e la BioDomenica (ottobre). Durante la PrimaveraBio i consumatori incontrano i produttori nelle aziende, con l’obiettivo di conoscere i modelli produttivi, nella BioDomenica invece i produttori incontrano  i consumatori nelle principali piazze italiane.

Come già specificato eavrete capito le mie scelte alimentari e seppure conoscendo l’origine della frutta, della verdura, delle uova e altri alimenti e, conoscendo le aziende produttrici che coltivano e allevano seguendo i principi della produzione organica, spesso e volentieri mi sono chiesta: ma oggi come oggi gli alimenti biologici ma quanto lo sono bio nonostante gli sforzi dei coltivatori, e produttori?
Ebbene si, questa domanda spesso mi sorge considerando che l’ atmosfera è inquinata, per cui inquinata è sicuramente anche l’ acqua piovana, se è inquinata l’ atmosfera lo sarà in parte anche il terreno dove vengono coltivati i vari alimenti compresi i foraggi per gli animali, quindi per come la vedo io, oserei dire che ai giorni nostri i prodotti biologici non sono tali al cento per cento, più che biologici mi viene spontaneo di soprannominarli: prodotti meno peggio.
Diciamo che seppur acquistando spesso e volentieri da aziende della mia zona che conosco le loro competenze, per cercare di mangiare il più “sano” possibile nonostante tutto ho la convinzione o forse consapevolezza, che come al solito non è tutto come appare… E senza nulla a togliere appunto ai produttori, ma bensì sono proprio le condizioni dell’ inquinamento che non permettono la vera e propria realizzazione di un alimento sano, invece mi sento di poter affermare che a livello gustativo le differenze tra bio e non bio ci sono e tali differenze le si denotano anche quando gli alimenti necessitano la cottura come nel caso della carne, la quale acquisto e cucino con non poco sforzo, solo per mio marito, poichè io sono da tantissimi anni vegetariana e diventata tale per scelta etica.

Non conosco le abitudini di acquisto di ognuno di voi e non voglio entrare nel merito me ne riguardo bene, ognuno è libero di fare le proprie scelte, però indipendentemente dagli acquisti che privilegiate bio o non bio, avete mai avuto delle perplessità simili alle mie o sono io che ho come dire, delle turbe psichiche?

Come ho spiegato sopra, faccendo parte di un gruppo di acquisto solidale, sono abbastanza addentrata nel biologico ma non solo per quanto riguarda l’ acquisto ma anche e proprio per le metodologie che questo comporta senza contare che la quantità della coltivazione non tutte le annate sono buone quindi, spesso e volentieri non c’è il volume del prodotto finale sperato… E qui mi sorge spontanea un’altra considerazione su quelle aziende biologiche che producono per la grande distribuzione e che in proporzione a un piccolo produttore hanno ettari e ettari di terreno, valutando il rischio di cui sopra, il prezzo dei prodotti bio acquistati appunto nella grande distribuzione per il medesimo prodotto il costo al consumatore finale è assai più alto rispetto se lo si acquista direttamente dal produttore, il che è anche e non soltanto a causa di tutti i passaggi della catena di distribuzione, ma presumo pure in considerazione della quantità dei raccolti.

6 pensieri riguardo “Biologico e non

  1. io preferirei sempre il biologico, ma a volte il prezzo lievita un po’ troppo per cui opto per gli altri prodotti..ma di certo evito quelli di dubbia provenienza, Purtroppo la lettura delle etichette non sempre è di facile comprensione…dovresti vedermi, lì con gli occhiali a studiare le schede informative 😀

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    1. Carissima ti comprendo perfettamente anch’io ogni volta che vado al supermercato mi inforco gli occhialetti x leggere le etichette e alle volte non convinta col codice faccio anche ricer a sul web col cellulare se non addirittura mi collego al nome dell’ azienda per cercare di capirci di più…. Della serie che al sabato un’ intera mattinata mi ci vuole per fare spesa 🙃

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