Ciao a tutti! Il post odierno sarà l’ultimo per quanto riguarda l’anno in corso: le mie pubblicazioni riprenderanno da mercoledì 7 gennaio a parte gli auguri di buon anno che ho già programmato. Questo non vuol dire che, in tale lasso di tempo, di tanto in tanto non passerò a leggervi e a lasciarvi il mio saluto.
Per concludere l’anno ho scelto di farlo in una maniera un pochino più insolita, poiché esprimerò le mie impressioni su un racconto letto ultimamente.
Su gentile concessione dell’autore Francesco Cacciola che tutti o quasi conoscete, e che non credo abbia alcun bisogno della mia presentazione, mi sento comunque di dire – per quei pochi che non lo conoscessero – che è uno scrittore e poeta profondo. Sfido chiunque a non riconoscersi nei suoi testi, nelle emozioni comuni a ognuno di noi e che soltanto lui sa descrivere così bene da toccare il cuore. Attualmente, come annunciato da un suo comunicato, non è presente in piattaforma, ma ciò non gli ha impedito di programmare diversi articoli per i suoi lettori. Per cui, chi ancora non lo conoscesse – credo pochi – se vi piace, e apprezzate i suoi scritti, seguitelo ugualmente. Quando tornerà, sono certa che sarà ben felice di contraccambiare i vostri “segui”, like e commenti.
Per tornare a monte, come ultimo articolo dell’anno 2025 desidero parlare del suo racconto “Meridiano del Tempo”, che mi ha affascinata fin dalle prime righe.
Già la sua stesura è particolare, differente da qualsiasi altra narrazione, ma con un filo logico ben preciso. Ciò che più mi ha ammaliata è la spiritualità che, a mio sentire, ho percepito tra le righe di questa storia.
È una lettura poetica del Tempo e dell’Amore – quell’Amore con la A maiuscola – ma nulla di pesante anzi, è leggera come una piuma e accattivante, poiché nulla è descritto come ci si potrebbe immaginare.
La prima volta che l’ho letto è stato quando Francesco pubblicava quotidianamente una pagina della narrazione sul suo blog, fino a giungere alla conclusione del racconto. Ebbene, io non vedevo l’ora che arrivasse l’indomani per poter andare avanti con la lettura. Più di una volta ho letto e riletto quella pagina, non perché non l’avessi compresa, ma semplicemente per farmi cullare: questa lettura, al di là dell’attrazione, per me è stata come una culla che carezzevolmente mi dondolava. Mi sono lasciata trasportare dalle parole, immaginando i protagonisti e creando nella mia mente il velo di mistero che avvolge il Tempo stesso, l’Amore e l’intera lettura.
Oltre a questo, lo ritengo un racconto molto riflessivo, come nel pieno stile della sua penna. Non a caso ho copiato e incollato su un mio file alcune frasi che sanno far meditare, e non poco.
Penso di non avere le giuste parole per descrivere questa narrazione; posso soltanto aggiungere che, mentre lo leggevo, le emozioni che nascevano in me erano davvero tante. E credo che dire “un racconto emozionante” – queste tre brevi parole – riassumano più di ogni altra spiegazione ciò che la sua lettura può trasmettere.
Per coloro che non lo avessero letto sul sito/blog di Francesco Cacciola, qui di seguito metto il link al racconto. Puntata per puntata potete leggerlo sul suo sito, oppure potete scaricarlo tranquillamente in fondo alla pagina Home in ben tre formati, tra cui anche il pdf. Ed è perfettamente inutile che vi dica che io l’ho scaricato e che, di tanto in tanto, lo rileggo: ogni volta scopro un significato che nelle letture precedenti mi era sfuggito.
Per i saluti, desidero ringraziarvi di esserci: non soltanto per il vostro seguito, ma perché con i vostri articoli ogni giorno mi nutrite, da ognuno di voi apprendo sempre qualcosa. Per gli auguri, invece, ho scelto uno stralcio dell’introduzione dell’autore al medesimo racconto.
Ci vediamo tra un anno è il caso di dire!
Non tutto può essere spiegato. A volte la chiarezza distrugge la verità. Per comprendere ciò che scorre tra Tempo e Amore bisogna accettare la vertigine.
Il Tempo rappresenta l’infinito che si muove, l’Amore l’infinito che si ferma. Quando si incontrano, l’uno tenta di contenere l’altro, e il mondo trema.



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