Ultimamente è uscito il nuovo spot pubblicitario del supermercato Esselunga, non so quanti di voi abbiate avuto modo di vederlo, ma la suddetta pubblicità ha diviso e non poco l’opinione pubblica scatenando diverse polemiche per la storia che racconta.
Brevemente riassumendo il video pubblicitario, la protagonista è una bambina figlia di genitori separati, che soltanto alla fine si scoprono tali. La bimba aggiunge una pesca alla spesa col tacito scopo di regalarla al papà, dicendo però che gliela manda la mamma.
Per appunto la storia che racconta, la suddetta pubblicità ha riscosso tante critiche e tra le quali anche molte di negative. Tra le più benevoli c’è chi afferma, paragonandolo ai classici della Mulino bianco, dando l’importanza che finalmente viene raffigurata una famiglia reale e non immaginaria opinione questa che mi trova d’accordo, d’altro canto invece, vi sono stati commenti ed esternazioni di quelli che si mettono dalla parte dei bambini con la convinzione che lo spot risveglia sofferenza in coloro che hanno provato l’esperienza di avere i genitori separati. A questo proposito mi viene spontaneo il pensare che a un bambino di genitori separati, possa altrettanto fare male vedere altri tipi di video pubblicitari inerenti invece le famiglie unite che vanno d’amore e d’accordo. Comunque sia e io in primis, non siamo niente e nessuno per riuscire a comprendere cosa possa passare nella mente di un bambino che vive la sopraccitata situazione guardando una pubblicità piuttosto che un altra.
Tra le varie polemiche ha catturato in modo particolare la mia attenzione quando ho letto che questa pubblicità strumentalizza i bambini, allora, per coloro che non se ne fossero mai resi conto, di per sé la pubblicità è strumentalizzazione, perché anche quelle più vezzose in assoluto inerenti la famiglia, strumentalizzano i bambini là dove compaiono, come è strumentalizzazione un qualsiasi uomo o modello che sia, che pubblicizzi un marchio di biancheria intima e come lo è altrettanto una qualsiasi donna o modella che sia, che pubblicizza un profumo e via dicendo… anche in questi casi se la vogliamo dire tutta, fra le righe viene strumentalizzato sia nel primo esempio il genere maschile e nel secondo quello femminile. È la pubblicità!!! Fa uso e consumo del genere umano indipendentemente che sia adulto o bambino. Parlando appunto di strumentalizzazione effettivamente ritengo che nel caso dello spot indagato una strumentalizzazione ci sia stata: quella politica, tra la destra e la sinistra avrebbero fatto meglio a starsene zitti sull’argomento, tanto più che nessuno di loro sfido, possano conoscere le dinamiche pubblicitarie.
Tra tutte queste dispute la nota catena di supermercati ha chiarito che la storia non riguarda la famiglia e che l’obiettivo era piuttosto il voler focalizzare le emozioni che si provano quando si fa la spesa. In una nota il gruppo afferma che si è voluto accentuare l’importanza della spesa, che non viene vista solo come un acquisto, ma propriamente come un qualcosa che ha un valore più ampio. A sua detta, dietro la scelta di ogni prodotto c’è una storia e la protagonista dello spot in questione, non fa che rappresentare una delle tante storie di persone che entrano in un supermercato confermando altresì, che la riprova di tutto questo ne sono anche i personaggi della campagna di affissioni: amiche che gustano insieme una barretta di cioccolato e una nonna che prepara una torta col suo nipotino.
Essendo nell’ambito pubblicitario mi viene spontaneo di parlare di questa pubblicità sia in termini più concisi di addetta ai lavori quale sono, sia in veste della spettatrice che ha guardato il video.
Premetto per coloro che non lo sappiano o che non lo ricordano, personalmente sono piuttosto sfavorevole alla pubblicità che mette in risalto l’intimità quando è troppo accentuata e questo sia nel positivo che nel negativo ma purtroppo da oramai anni a questa parte, il marketing si è spinto in questa direzione e, a mio modesto parere, ci si è spinto troppo, è tutto eccessivo sia nel bello che nel meno bello e benché vi abbia a che fare quotidianamente, non mi sta propriamente bene, quando posso come già in passato ho affermato, esulo tutte queste regole e faccio a modo mio cercando un equilibrio secondo il mio sentire e il mio vedere e devo dire che sino ad oggi, i miei lavori hanno riscosso un buonissimo successo, sia per il cliente e l’incremento della visibilità e quindi delle vendite, e sia anche per il piacere di guardare o ascoltare quella pubblicità risultando essere sempre gradevole. Purtroppo accadde anche che alle volte sono gli stessi clienti che ci chiedono delle pubblicità che vadano a sforare più prepotentemente nell’intimità e in questi casi, devo attenermi il più rigorosamente possibile al volere di colui che commissiona il lavoro, fortunatamente la percentuale è piuttosto bassa e sempre fortunatamente, generalmente ho carta bianca su tutto. Nonostante quanto appena detto, ci tengo anche a precisare che il suddetto spot non mi ha per nulla scandalizzata, poiché per me è normale amministrazione.
Proseguendo a parlare della pubblicità di Esselunga, non mi trovo invece d’accordo con tutti coloro che hanno criticato negativamente il video. E’ troppo comodo esaltare le emozioni di quando le cose filano tutte alla perfezione, un marchio che è sempre stato in questa direzione è appunto Barilla con la sua linea del Mulino bianco, niente da ridire, pubblicità bellissime che trasmettono l’ideologia del calore familiare, ma allora credo che sia più che doveroso accettare anche la pubblicità della Esselunga che invece simboleggia una famiglia separata, e soprattutto credo che sia più che rispettoso per quei figli che hanno i genitori separati interpretarne il loro malessere, perché se va bene inseguire la direzione del voler emozionare, non esiste soltanto il buonismo dove tutto è bello e sdolcinato, purtroppo esiste anche il lato meno bello e se di intimità nella pubblicità dobbiamo parlare, è anche giusto parlare pure di quelle circostanze che sono sicuramente meno favorevoli, l’importante è il non cadere mai nella volgarità e nella violenza.
Al di là che ahimé, lavorativamente parlando non apprezzo la suggestione pubblicitaria troppo spinta in nessuno dei casi, in termini invece di telespettatrice devo ammettere che come mi piacciono i video pubblicitari della Mulino bianco così edulcorati, di realtà così platinate quasi da sogno, altrettanto mi è piaciuto questo video della Esselunga, il quale mi ha intenerita né più e né meno di altre pubblicità, vi ho visto la fragilità e lo sconforto di quella bambina, che nel suo piccolo con un gesto semplice consono alla sua giovane età, ingenuamente cerca di ricucire il rapporto tra i suoi genitori.
A mio modesto parere meritano un plauso tutto lo staff pubblicitario, il regista e la stessa Esselunga. In primo luogo sono andati tendenzialmente contro corrente esponendo una realtà meno felice ma più che mai realista dei giorni nostri, in secondo luogo il video è certamente ben fatto e svolto con una certa mole di lavoro. L’unica cosa della quale posso non essere completamente d’accordo è per la sua durata che sembrerebbe più un cortometraggio, un po’ troppo lungo per appunto l’essere un video pubblicitario, anche se tutto sommato ci sta perché vuole raccontare una storia, potrebbe anche accadere che nelle messe in onda successive venga tagliato in qualche sua parte soprattutto iniziale anche se a mio modesto parere, potrebbe perdere un po’ del suo emploi emozionale perché anche l’inizio sa creare una certa “curiosità” comunque sia, al di là delle mie considerazioni più tecniche al riguardo, credo che per uno spettatore sia piacevole accettare l’emozione della pubblicità in tutto ciò che viene presentato in chiave ottimistica ma che d’altro canto, sia più che doveroso accettate anche le realtà meno fortunate, il marketing vuole emozionare il potenziale cliente ebbene si, se questa è la regola, allora le persone devono imparare ad accogliere anche il turbamento di quei rovesci di medaglia che sono le realtà avverse senza scandalizzarsi ma anzi, comprendendo che anche quelle sono sensazioni e sentimenti da non nascondere anche nel mondo della pubblicità.
Contrari o favorevoli a questo spot in qualità appunto di colei che è addentrata nell’ambito pubblicitario posso confermare che in una cosa Esselunga è riuscita alla grande: il fare parlare di sé , alla fine è questo ciò che conta al di là di tutte le polemiche e le dichiarazioni.
Per coloro che non avessero avuto modo di vederlo, qui di seguito posto il video.


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