
Il periodo estivo è stato un arco di tempo per quanto mi riguarda, piuttosto frenetico nel leggere e siccome tra caldo, gite, vacanze varie, avevo bisogno di rilassarmi anche da un punto di vista letterario, mi sono data alla lettura del mio genere preferito ossia, i thriller, posso dire di averne letti uno dietro l’altro. A tale proposito riprendo col raccontare le mie impressioni del libro di cui al titolo e questa volta lo faccio parlando esclusivamente della sua trama, racconto che è capitato come si suol dire a fagiolo col caldo torrido che faceva, non a caso la sua narrazione è ambientata in una cittadina dell’Inghilterra nel pieno periodo natalizio con descrizioni di neve, vento, freddo che mentre leggevo sognavo ad occhi aperti il panorama e gioivo, da un certo punto provavo una sana invidia e dall’altro mi sembrava tra una immagine e l’altra, quasi di rinfrescarmi.
Questo titolo mi è stato consigliato da una mia amica anche lei amante del genere thriller, personalmente non avevo mai letto questo autore, totalmente nuovo per me.
Alex Pine apparirebbe essere un nome d’arte, è uno scrittore di bestseller noto nel Regno Unito anche come Jaime Raven e JP Carter. Da quel poco che è menzionato sul Web della sua biografia, sembrerebbe essere cresciuto in un quartiere popolare al Sud di Londra, è stato un giornalista che si occupava di cronaca nera e inviato in vari Paesi, successivamente è stato anche un produttore televisivo e ha diretto la redazione dei notiziari di un’importante emittente anglosassone (non è dato sapere quale sia). Attualmente vive tra l’Hampshire e la Spagna.
Non appena ho acquistato il racconto, mi sono sincerata da quante pagine l’ebook era composto e leggendo che erano la bellezza di 408 mi è preso un mezzo colpo della serie: uno dei tanti libri che saprò sicuramente quando inizierò a leggerlo ma non di certo quando lo terminerò… E invece no, innanzitutto perché è molto scorrevole e un particolare che nella lettura lo contraddistingue da altre narrazioni, sono i capitoli piuttosto brevi, questo mi ha sorpresa e allo stesso tempo mi ha come dato l’impressione che merito anche a questo, lo stessi leggendo piuttosto rapidamente.
Trama: Dodici giorni a Natale. Dodici omicidi da risolvere per il detective James Walker. L’ispettore James Walker è pronto per un sereno Natale in famiglia nel tranquillo villaggio di Kirkby Abbey. Trasferitosi da Londra di recente, per sfuggire alla vendetta del capo di una gang che ha arrestato, tutto ciò che cerca è quiete e riposo. Ma quando, a nove giorni dal Natale, apre un pacchetto trovato inaspettatamente davanti alla sua porta, si rende conto che i suoi piani sono destinati a saltare. Dentro il pacchetto, infatti, c’è una lettera con una macabra promessa: “Dodici giorni, dodici omicidi”. E dopo poche ore la polizia trova il primo cadavere, mezzo congelato nella neve. Mentre le bufere si fanno più intense, il panico si diffonde nel sempre più isolato villaggio della Cumbria: tra la gente si nasconde un assassino e, con undici vittime annunciate, chiunque potrebbe essere il prossimo… Riuscirà James a fermare il killer prima che colpisca di nuovo?
Nel complesso l’ho trovato un thriller dal ritmo trascinante dove accadono colpi di scena a ripetizione in una accattivante atmosfera natalizia. Il racconto fa provare al suo lettore una tensione diversa da quella che si è soliti trovare nei classici thriller ma che sapientemente sa conquistarsi la sua attenzione a proseguire fino allo scioglimento del mistero e, naturalmente, alla scoperta dell’assassino. Ho apprezzato altresì il personaggio di James Walker l’investigatore che conduce le indagini, è un uomo che è in grado di fare squadra e di ascoltare ed eventualmente appoggiare le idee altrui. La sua posizione alcune volte è anche piuttosto scomoda, e man mano che l’inchiesta va avanti l’investigatore è sempre di più messo sotto pressione da ogni dove, per James diventa una lotta contro il tempo e ciò nonostante, è un detective pur sempre con un fare pacato senza mai perdere la calma con nessuno anche in quelle giornate più fagocitate e più frustranti; la stessa calma e pacatezza la riserva quando rientra a casa, nel focolare familiare.
Personalmente mi sono affezionata alla sua figura e difatti quando sono giunta alla fine mi è quasi dispiaciuto abbandonare il poliziotto, ma… beato Kindle, che mi ha suggerito (per suo interesse naturalmente) il libro successivo: solita ambientazione, medesimo ispettore delle indagini con la stessa squadra, non ho potuto fare a meno di acquistarlo e iniziarlo a leggere, ve ne parlerò successivamente, e vedremmo se mi avrà altrettanto conquistata come la trama della quale vi ho parlato oggi.


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