Con dispiacere oggi ho appreso del trapasso del noto autore Milan Kundera. Uno scrittore che ho amato sul vero senso della parola, anche se erano oramai diversi anni che non compariva più nei salotti letterari, in televisione etc. il dispiacere non è da meno come se invece lo avessi visto ieri.
Qui di seguito in suo omaggio ricopio una citazione tratta dal suo altrettanto famoso libro “L’insostenibile leggerezza dell’essere” pubblicato nel 1984, un testo che ho letto e riletto e ancora rileggerò senza ombra di dubbio chissà quante altre volte.
“Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza è meravigliosa? Il fardello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo. Ma nella poesia d’amore di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell’uomo. Il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l’immagine del più intenso compimento vitale. Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica. Al contrario, l’assenza assoluta di un fardello fa sì che l’uomo diventi più leggero dell’aria, prenda il volo verso l’alto, si allontani dalla terra, dall’essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere allora? La pesantezza o la leggerezza?

Ciao Milan che il buon vento sia con te.


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