
L’altra sera aprendo dal PC la cartella che contiene svariate raccolte di poesie e di altrettanti numerosi autori, non so come mi sia saltata all’occhio una poesia sul Natale del letterato Pier Paolo Pasolini.
Non si tratta sicuramente di una ode classica natalizia, ma descrive piuttosto un momento transitorio, un modello sociale consumistico ed egoistico. Nel leggerla mi sono sorpresa come a 60 anni esatti di distanza ci si possa rispecchiare in questa sua, che sembra invece scritta ai giorni nostri, nell’epoca in cui stiamo vivendo.
È una poesia piuttosto forte in specialmodo gli ultimi versi, forse non adatta proprio a tutti ma è così autentica e reale che mi piace comunque condividerla. Ormai credo che mi conosciate e che abbiate imparato che ho mille sfacettature e di una di queste ne fa parte anche quella punta di anticonformismo che tanto mi appartiene.
Riscoprire la luce del Natale
Sono gli ultimi giorni dell’anno. Il benessere
accende, verso sera, in tutti gli uomini
una specie di follia: la smania inespressa
di essere più felici di quanto siano …
E’ sempre una speranza che dà pietà: anche
il piccolo borghese più cieco ha ragione
di averla, di tremarne: c’è un istante
in cui anch’egli infine vive di passione.
E tutta la capitale di questo povero paese
è un solo ansito di macchine, una corsa
angosciata verso le antiche spese
di Natale, come a una necessità risorta.
Potente luce di Luglio, ritorna, oscura
questo debole crepuscolo di pace,
che non è pace, questo conforto ch’è paura:
ridà parole al dolore che tace.
Manda i cadaveri ancora insanguinati
dei ragazzi che hai illuminato potente:
che vengano qui, tra questi riconsolati
benpensanti, tra questa dimentica gente.
Vengano, con dietro il tuo chiarore di piazze
fatte campi di battaglia o cimiteri,
tra queste ciniche chiese dove la razza
dei servi torna alla sua viltà di ieri.
Vengano tra noi, a cui non è rimasta
che la speranza di una lotta che dispera:
non c’è più luce di Natale, o di Pasqua.
Tu, sei la luce, ormai, dell’Italia vera.
Pier Paolo Pasolini 1961
Come ogni venerdì auguro a tutti voi buon weekend. By Giusy


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