In questo periodo, ogni giorno mi reco in città per andare in ufficio. Venerdì scorso, dopo aver parcheggiato l’auto, mi stavo dirigendo a piedi verso l’ufficio quando, sulle strisce pedonali, ho notato una distinta signora anziana ferma, un po’ titubante. Essendo vicina alle strisce, ho intuito che forse voleva attraversare la strada. Il traffico non era particolarmente intenso, ma lei sembrava esitare.
Mi sono avvicinata, mantenendo la cosiddetta “distanza sociale”, e le ho chiesto se volesse attraversare insieme a me, dato che anch’io dovevo raggiungere il marciapiede opposto. Mi ha guardato con uno sguardo smarrito e mi ha risposto: “Mi farebbe una grande cortesia. Il traffico, quando mi ritrovo da sola, mi impressiona.” Così, insieme e sempre mantenendo la giusta distanza, abbiamo attraversato.
Una volta raggiunto l’altro marciapiede, la signora mi ha ringraziata con grande riconoscenza, dicendomi: “Meno male che in questo mondo non tutto è perduto. Esistono ancora persone gentili e garbate come lei, capaci di compiere buone azioni. Le sono molto grata e la ringrazio tantissimo.” Naturalmente, ho risposto con un sorriso: “Ma si figuri, è stato un piacere. Buona giornata.”
Mentre mi incamminavo verso l’ufficio, ho ripensato al suo sguardo pieno di gratitudine, come se avessi fatto qualcosa di straordinario. Non è la prima volta che aiuto una persona anziana ad attraversare la strada: quando vedo qualcuno in difficoltà, mi viene spontaneo offrirgli il mio aiuto
Non saprei spiegare bene la sensazione, ma all’improvviso mi sono sentita io stessa riconoscente verso quella signora. Il suo apprezzamento per un gesto che considero naturale e spontaneo mi ha gratificata più di qualsiasi complimento ricevuto in ambito lavorativo. La sua “buona azione”, come l’ha definita, per me non è mai stata un concetto su cui riflettere: da persona pragmatica, ho sempre visto l’aiutare qualcuno in difficoltà come un atto naturale, quasi dovuto.
Forse è vero che nella vita sono proprio i piccoli gesti a fare la differenza, quelli che ci aiutano a definirci per ciò che siamo. A volte non servono grandi manifestazioni o gesti eclatanti: basta poco per rendere felice qualcuno. Per come l’ho vissuta, la gratitudine di quella signora è stata un grande riconoscimento, non necessario, ma capace di toccare profondamente il mio cuore, come se avessi compiuto un’azione davvero significativa.


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