La distruzione di un mito


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Ciao a tutti, oggi vorrei parlarvi purtroppo, del grosso incendio che vi è stato in Sardegna.

Ogni anno nel periodo estivo succede sempre un qualche incendio che devasta la natura e con lei il nostro eco sistema. Ogni qualvolta che questo accade, io sento una fitta al cuore, si avete capito bene, sento proprio una fitta al cuore perchè come ben saprete, io amo la natura, amo i boschi con tutta la loro vegetazione, con i loro colori e profumi, quindi tutte le volte che divampa un incendio ci sto proprio male, mi rimane difficile accettare che quella parte di bosco è stata distrutta dalle fiamme.

Penso sia noto a tutti il grave incendio che pochi giorni fa si è scatenato in Sardegna, non vorrei nemmeno lontanamente pensare che sia stato causato dalla mano dell’uomo perchè se così dovesse essere, sarò anche cattiva, ma a quelle stesse mani mi verebbe voglia di fargli fare la medesima fine… E qui voglio fermarmi…
In Sardegna come ben saprete è rimasta incenerita la bellezza di 20mila ettari di foresta e insieme a lei le fiamme hanno anche raggiunto pascoli, ulivi, capannoni, fienili con le scorte di foraggio e mezzi agricoli, ucciso animali e abbattuto abitazioni, un danno dal valore inestimabile.

Perchè tutto ciò non bastasse, vi è stato l’ulteriore danno nel danno: è bruciato l’albero Olivastro  millenario di Cuglieri, una vera scultura naturale, considerato un prezioso patrimonio ambientale, il quale era ben noto a tutti, meta di  turisti, gite scolastiche etc., che  vi si recavano per andarlo a vedere in tutto il suo splendore, il celebre Olivastro di Cuglieri, accreditato di oltre duemila anni era dotato di fusto di oltre dieci metri di diametro. Per gli abitanti di Cuglieri e zone limitrofe l’Olivastro era considerato un vero esemplare immortale come fosse quasi un mito.

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Personalmente anni or sono quando mi recai in ferie in Sardegna, dopo aver visitato tutta la costa Smeralda, prima del nostro rientro andammo a Oristano e precisamente a Cuglieri proprio per visitare questo Olivastro, di una bellezza incredibile e non esagero affermando che era una scultura naturale. Non ho mai visto in vita mia un albero così notevole e per le dimensioni e per la meraviglia che era. E ricordo che per muoverci più agiatamente nella zona, avevamo richiesto la guida turistica, la quale però ci aveva tenuto a debita distanza dal massiccio Olivastro e  mi ero così dispiaciuta di non potermici avvicinare per abbracciarlo, mi sarebbe piaciuto così tanto toccare con mano, è proprio il caso di dirlo, la linfa che scorreva al suo interno.

Quando ho ascoltato alla radio la notizia del rogo che ha causato la sua distruzione, nell’immediatezza ho pensato che avevo compreso male, al che ho subito cercato notizie sul web e purtroppo… Avevo capito bene… Avevo capito tanto bene che nel leggere le notizie al riguardo ebbene si, sono rimasta per un attimo senza fiato, ed è la verità vi posso assicurare che non sto bleffando.

In questi giorni ho letto diversi articoli inerenti al disastro accaduto, ma sembrerebbe che la natura è più forte delle avversità e dell’idiozia umana: l’Olivastro millenario di Cuglieri vivrà.

Questo è quanto afferma Valido Capodarca uno dei maggiori esperti italiani di alberi monumentali, portando l’esempio di un gigantesco olivo semidistrutto dopo un incendio, ma salvato e ancora vivo e ricresciuto dopo 20 anni.
Da quanto suggerisce Capodarca, consiglia agli amici di Cuglieri di non toccare e lasciare intatti i resti del glorioso albero, affinché si possa realizzare con l’Olivastro ciò che avvenne vent’anni fa ricollegandosi all’esempio dell’Olivone di Semproniano (in provincia di Grosseto). In questo caso nella notte tra il 10 e l’11 maggio del 1998  una mano guidata da un cervello bacato versò alcune taniche di benzina sul grande albero e appiccò il fuoco. Anche in questo caso sembrava essere tutto perduto, invece nella primavera successiva, dall’apparato radicale, che ovviamente non era rimasto danneggiato dall’incendio, rinacque una selva di polloni.
Vennero selezionati alcuni fra i più robusti di quei polloni e furono lasciati crescere. A distanza di 20 anni l’albero è cresciuto e insieme ai polloni che hanno già raggiunto le dimensioni di grandi ulivi, resistono anche le parti bruciate, in questo caso si può affermare con certezza che l’incendio fu doloso, a dimostrare che spesso la natura è più forte della demenza umana che è infinita.
Valido Capodarca afferma che sentiremo parlare ancora a lungo dell’Olivastro di Cuglieri.
E io voglio credere che possa essere così…

Con questa speranza nel cuore, come ogni venerdì vi auguro un buon weekend. By Giusy

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13 pensieri riguardo “La distruzione di un mito

      1. Purtroppo è proprio così… Leggevo proprio poco fa che sono stati trovati nella zona della foresta di Oristano degli innesti che non sono incendiati per cui, anche questa volta abbiamo la certezza di dire che la causa è stato per l’ennesima volta l’uomo, un uomo criminale aggiungerei…

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  1. E purtroppo ogni anno siamo costretti ad assistere a questi disastri… in Sardegna e in Sicilia.
    Anch’io non riesco a comprendere l’idiozia di chi appicca questi incendi 😦
    Sono contenta che forse questa volta l’albero di Cuglieri ce la può fare…
    Buona giornata 🙂

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