
Sono sempre stata consapevole che, personalmente, impiego diverso tempo a metabolizzare gli eventi della vita. Questo vale sia per le esperienze piacevoli, ma ancor di più per quelle spiacevoli, quelle che si preferirebbe evitare.
A un mese esatto dalla scomparsa di mia zia, posso affermare che, sebbene in qualche modo il dolore iniziale si sia attenuato, la malinconia persiste considerando l’affetto e l’importanza che ho sempre nutrito per lei.
Conoscendomi e avendo già vissuto esperienze simili con la perdita dei miei genitori e, in seguito, dello zio, marito della zia, so che anche in questo caso mi ci vorrà tempo per superare il lutto, nonostante i miei sforzi di tornare alla vita di tutti i giorni, di distrarmi e di parlare d’altro. Persistere in questo stato d’animo sarebbe come continuare a toccare una ferita aperta e, per quanto mi riguarda, non mi porta alcun beneficio, anzi, è controproducente.
Ognuno è fine a se stesso: c’è chi sente la necessità di parlare delle proprie sensazioni, anche come una sorta di sfogo, e chi invece, come me, preferisce rimanere in silenzio, cercando di assimilare gli eventi trovando la forza dentro sé stessi. Parliamoci chiaro: nessuno può rimarginare le nostre ferite e colmare le mancanze che sentiamo. Non esistono parole di conforto o di commiserazione che, a seconda dei casi, possano aiutare a superare o elaborare le malinconie; è un compito che spetta soltanto a noi stessi. Certo, il passare del tempo, in un certo senso, aiuta ad abituarsi a quel “malessere” di mancanza come nel mio specifico caso, ma ci sarà sempre qualcosa che farà tornare alla mente ricordi e periodi trascorsi che non torneranno più.
A tale proposito voglio condividere una delle diverse citazione dell’autore R. K. Narayan
postate da Luisa Zambrotta qualche giorno addietro:
“L’unica verità della vita è una profonda e assoluta solitudine“
Credo che questa citazione rifletta perfettamente il mio punto di vista e sia estremamente esplicativa di quanto ho appena detto, nonostante agli occhi del mondo possa sembrare che io abbia superato certe cose, che sia indifferente o, peggio, insensibile, in realtà non è così. Per essere trasparente, diciamo che preferisco non discuterne con il mondo intero. Credo che si possa comunque intuire il mio dispiacere senza che io debba manifestarlo frequentemente, soprattutto considerando che non sono una poetessa né una scrittrice, ma semplicemente una blogger che cerca di gestire il proprio spazio online parlando di vari argomenti senza focalizzarsi su uno in particolare e ancor meno, sulle mie emozioni, dato che per natura tendo a essere riservata. Non avendo uno stile di scrittura non soltanto poetico ma neppure narrativo, probabilmente non riuscirei neanche a trasmettere appieno la complessità dei miei sentimenti.
Per concludere, aggiungo che occuparmi di argomenti diversi e vari, così come anche il mio lavoro, mi aiuta a distrarmi e a placare il mio cuore, almeno per il tempo necessario a completare i compiti che sto svolgendo. Lavorare su progetti vari che siano personali o lavorativi, per me significa immergermi in esperienze nuove e stimolanti che, oltre a mantenere viva la mia curiosità, mi permettono di esplorare nuove idee e approcci. Questo processo non solo arricchisce le mie conoscenze, ma offre anche momenti di riflessione che personalmente mi consentono di ritrovare un senso di pace interiore. Quando mi dedico a così tante attività, il mio pensiero si schiarisce e la mente si libera dalle preoccupazioni quotidiane, permettendomi di affrontare ogni compito con rinnovata energia e motivazione poiché, non è certo stare a indugiare sui dispiaceri che mi aiuta a superarli o quanto meno, a minuirli.
Ci vorrà il suo tempo a elaborare anche questo ulteriore lutto e io cerco di combatterlo questo tempo come meglio riesco a fare.

