
Durante l’estate, per allontanarmi dai soliti pensieri, ho suggerito alla mia amica di Reggio Emilia di leggere insieme un libro di Agatha Christie, un’autrice che lei apprezza molto. È stato simile a partecipare a un club del libro, un’esperienza che non avevo mai fatto prima. L’idea di intraprendere questa nuova avventura con una cara amica mi entusiasmava. Poiché lei è già un’esperta, le ho affidato il compito di suddividere i capitoli, stabilendo che ogni lunedì avremmo condiviso le nostre impressioni sui capitoli letti nella settimana. Ha deciso di leggere cinque capitoli a settimana fino al termine del libro, per poi discuterne insieme al telefono, appunto ogni lunedì.
Non capisco come né il perché, ma sembra che questi gruppi di lettura sui vari social network siano molto popolari. Potrebbe essere una questione di gusti personali, ma a essere sincera, l’esperienza di lettura non mi ha entusiasmato. Infatti, per quanto mi riguarda, è un’abitudine che non intendo ripetere. Non che ci sia qualcosa di intrinsecamente negativo; anzi, potrebbe essere piacevole aggiornarsi settimanalmente sull’andamento di un libro e sui capitoli letti. Tuttavia, posso dire con certezza che questa metodologia di lettura non mi ha fatto apprezzato il racconto. È stato frustrante arrivare alla fine dei capitoli e rimanere in sospeso fino al lunedì successivo. Sarò onesta, più volte ho avuto la tentazione di continuare a leggere, ma ho resistito per non infrangere le regole, soprattutto per rispetto verso una cara amica. Così, mentre seguivo questa lettura collettiva, leggevo anche altri libri. In sintesi, ci sono volute quattro settimane per concludere il libro, e nel frattempo ho letto un’opera di Banana Yoshimoto, due thriller: uno di Michael Connelly e l’altro di Angela Marsons, e ho iniziato un romanzo dell’autore giapponese Satoshi Yagisawa, di cui vorrei parlarvi in un’altra occasione.
Come avrete sicuramente intuito, non prediligo le letture di gruppo e, a dire il vero, conoscendo me stessa, avrei dovuto prevedere la mia riluttanza a seguire il ritmo altrui. Sono, per usare un’espressione comune, un’anima libera, che agisce e pensa senza vincoli. Questo vale anche per la lettura: quando inizio un libro, mi piace procedere secondo i miei tempi, che possono variare a seconda del periodo, ma sono sempre dettati esclusivamente dalla quantità di tempo che posso dedicare alla lettura.
E voi avete mai sperimentato questo genere di lettura unanime? Cosa ne pensate al riguardo? Se vi fa piacere potete scrivere le vostre impressioni nei commenti.


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