
Per riprendere dai luoghi visitati questa estate, riparto dal soggiorno che ho fatto a Cervarezza in quei giorni che eravamo nel pieno del caldo afoso ossia luglio.
Era oramai da diversi anni che non ci recavamo nell’Appennino Reggiano, Cervarezza è il luogo dove avevamo affittato per qualche giorno il B&B, nel breve periodo del soggiorno naturalmente ci siamo spostati a destra e a manca, se non altro a quasi 900 mt. di altitudine nonostante il sole cocente, si stava comunque discretamente bene e ci si poteva spostare sia con l’auto e anche a piedi senza patire il caldo se non addirittura grondare come invece era qui in pianura. Ma ciò nonostante devo ammettere di essermi invece stupita alla sera dopo cena che si stava a maniche corte senza la necessità di mettersi un golfino o felpina che sia, piuttosto sbalorditivo da quel che ricordavo. Il paese di per sé mi ha un po’ spiazzata da come era negli anni addietro nei mesi di luglio e agosto, all’epoca era piuttosto affollato con diversi ristoranti e un paio di bar, invece come ristorante c’era il solito storico in piazzetta e un altro che però abbiamo trovato sempre chiuso e come bar ne è rimasto soltanto uno. In poche parole ci sono rimasta un pochino male tanto è vero che non mi è venuta neppure la voglia di fare delle foto al borgo, l’ho trovato tutto molto ingrigito, per non dire intristito. In quei giorni siamo andati a visitare le terme e anche qui è stato piuttosto sbalorditivo, è cambiato tutto da come era un tempo e anche il parco, sembrerebbe un po’ abbandonato a se stesso nonostante la rigogliosità dal verde, un vero peccato, sicuramente tanto è dovuto alla crisi che da una decina di anni a questa parte è galoppata ma tanto altro credo sia anche dovuto alla preferenza di andare a villeggiare in luoghi più distanti dalle nostre zone, da quel che rammento il turismo era per lo più incentrato tra reggiani e spezzini, per cui non vi è più lo scopo di fare una certa manutenzione per far si di rendere una località piacevole da un punto di vista turistico.

Qui di seguito una panoramica di foto inerenti le terme, la foto singola di cui sopra, è l’unica fontana rimasta a disposizione per prendere l’acqua termale, un tempo ve ne erano circa sei o sette.









Come detto sopra dopo una decina di anni che non bazzicavamo più l’Appennino Reggiano, devo dire che anche il più noto da un punto di vista turistico, Cerreto Laghi, lo abbiamo trovato piuttosto cambiato sotto diversi aspetti e ahimè anche in questo caso non cambiato in meglio, ma ciò non ha inclinato minimamente la bellezza del suo lago princioale con il suo bellissimo colore, un vero spettacolo, personalmente adoro i laghi mi trasmettono una sensazione di pace e beatitudine.

Per coloro che non lo conoscessero Cerreto Laghi che fa parte dell’Appennino Tosco Emiliano, sorge intorno al lago di origine glaciale che si chiama Cerretano, facente parte di un sistema di laghi formatesi dallo scioglimento di antichi ghiacciai col nome di laghi Scuro, Le Gorde e Pranda. Cerreto Laghi è una frazione turistica e sciistica, nonostante il cambiamento come ho accennato, a mio modesto parere il paese rimane comunque paesaggisticamente parlando, un luogo incantevole. Poco prima di mezzogiorno quando ancora stavamo passeggiando per il paese, mi si affianca un auto e sento dire: cosa ci fatte voi qua? Io lì per lì sono rimasta per un attimo spiazzata come pensassi che di sicuro non era rivolto a noi, poi mi son destata e difatti era un’amica di famiglia di Le Grazie col marito coi quali c’eravamo incontrati tutti e quattro in paese quando a Giugno andai da mia zia, è proprio piccolo il mondo… Loro in realtà nei mesi di luglio e agosto avevano affittato una casa al Cerreto, chiacchiera dopo chiacchiera abbiamo deciso di pranzare tutti e quattro insieme e tra l’altro, ci hanno portati in un ristorante dove abbiamo mangiato davvero bene.
Qui di seguito una galleria di foto del lago Cerretano che è l’unico che abbiamo visitato, gli altri in quanto a strada ci sarebbe stato da passare la giornata a spostarsi in auto io invece volevo godermi la meraviglia del lago principale e anche un po’ il paese.





Spostandoci invece nella zona del Ventasso ci siamo fermati sul Lago Calamone il quale si trova appunto ai piedi del monte Ventasso. Per raggiungerlo non si può utilizzare l’auto, occorre lasciarla di sotto al parcheggio e poi recarsi a piedi, è un bel pezzetto di strada leggermente in salita, ma vale la pena di farla questa camminata, quando si raggiunge il lago sembra di arrivare in paradiso con tutti i suoi riflessi.

La zona del Ventasso fa parte del Comune di Ramiseto, in provincia di Reggio Emilia ed è il lago naturale più grande dell’Appennino Reggiano. Questo lago è un piccolo gioiellino che si trova a 1300 mt di altitudine e ricordo perfettamente che anche nelle ore più calde si stava davvero bene sia seduti in una panchina dove poterlo ammirare, sia invece camminando intorno ad esso, per fare il giro del lago più o meno la passeggiata dura circa un’ora.
E per concludere anche questo tour, qui di seguito una galleria che ritrae il Lago Calamone.








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