Autore e libro


Ciao a tutti, oggi vorrei parlarvi del libro che da qualche giorno ho terminato di leggere: “L’ombra della Zelkova” il cui autore è Michele Bussoni.

Immagine reperita sul web

Giorni addietro in questo post, vi avevo copiato una frase estrapolata da questo libro dicendovi che successivamente ve ne avrei parlato più esaustivamente, ma soprattutto oggi vi parlerò dell’importanza di questo romanzo e le mie sensazioni al riguardo. Non è mio compito quello di vendere libri quindi, come ogni qualvolta, nel riassunto del racconto sarò più che mai concisa e altrettanto lo sarò con la biografia dell’autore, a me piace parlare di alcuni libri che leggo e dei rispettivi scrittori, ma soltanto per esprimere le mie opinioni e sensazioni al riguardo, non certo per vendere il libro, semmai riuscissi ad  incuriosire mi fa piacere che lo acquistiate e leggiate, ma finisce qui.

Inizio col dirvi che il sopra citato autore anche in questo caso, è stato per me una vera e piacevole scoperta e non solo, al suo riguardo ho appreso che è nativo e residente a Parma, tanto è vero che leggendo a destra e a manca, ho ulteriormente compreso che nel mese di marzo, ha presentato questo suo ultimo lavoro proprio in una nota libreria di Parma, com’è piccolo il mondo…

Parlando invece del libro, brevemente vi informo che è un romanzo dei giorni nostri ambientato nella Norvegia.
Al suo interno vi sono narrate diverse storie di altrettanti diversi personaggi e che apparentemente non sembrano essere collegati fra di loro, ma soltanto  man mano che si giunge verso il termine di ogni singolo racconto, si comprende che tutti questi diversi personaggi hanno un comune denominatore: il male di vivere.
Detta così il libro può apparire soltanto denso e impegnativo che difatti lo è, ma è talmente bravo l’autore che pur rivelandosi una lettura importante, riflessiva e anche introspettiva, egli riesce a renderlo molto scorrevole pagina dopo pagina, personalmente non avrei mai voluto smettere lì di leggerlo. Il lessico che utilizza Bussoni è ricercato e moderno e con moltissime pennellate poetiche senza mai cadere nelle sdolcinatezze, difatti riesce bene a descrivere le azioni anche le più efferate proprio in chiave poetica, riuscendo ad unire alla narrazione qualcosa di unico per giungere commovente ed emozionante al letttore, a mio modesto parere qui si denota e comprende l’abilità dell’autore nell’uso delle parole.

Nelle sue trame è sicuramente un libro toccante ma a mio avviso, scritto con una sensibilità che non ha eguali, posso affermare che questo libro nel leggerlo, mi ha toccato il cuore. Già dalle prime pagine della lettura, ho iniziato a sottolineare delle frasi, solitamente è una mia consuetudine farlo laddove è la quando da un qualsiasi passaggio della stessa ne viene catturata la mia attenzione, ma in questo specifico romanzo posso affermare che di frasi ne ho sottolineate tantissime e concludo dicendovi che questa narrativa mi ha completamente affascinata per l’importanza degli stessi racconti che sono comunque è rimangono l’anima del libro, ma anche per lo stile di scrittura dell’autore: una scrittura davvero suggestiva.

Giungo al termine del post dicendo che se qualcuno tra voi avesse letto questo libro e nei commenti voleste descrivere le sue impressioni, mi farebbe davvero piacere confrontarmi al riguardo di questo romanzo.

32 pensieri riguardo “Autore e libro

    1. Ciao cara, se per acquistarlo si trova sia il formato cartaceo che e-book, comunque sia, se dovessi leggerlo, se poi ti va possiamo parlane, volendo puoi anche scrivermi in privato, oppure qui sul post o altrimenti scrivi tu un articolo sul tuo blog, e così possiamo scambiarci le impressioni 😊. Grazie del tuo passaggio e buon proseguimento di giornata 😉

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  1. Un napoletano, appassionato di scarpinate in solitario per sentieri montani di tutto il mondo, di cui poi pubblicava, di volta in volta, le sue riflessive meditazioni sui luoghi visitati, le sensazioni avute, le difficoltà a raggiungere e percorrere determinati sentieri, durante il cammino in uno sperduto sentiero andino sopra i 4000 metri, incrociò due che il sentiero lo scendevano frettolosamente , parlottando, concitati, in napoletano e inseguiti da altri che manifestavano non poche buone intenzioni.

    Giunto poi a un villaggio non molto lontano, scoprì che i due napoletani, l’anno prima, in quel villaggio, avevano fatto buoni affari truffaldini e, credendo di essere stati dimenticati, vi erano ritornati, per un secondo bottino.

    Non erano stati affatto dimenticati e gli abitanti tutti del villaggio bramavano di mettere le mani su di loro, non solo per le truffe dell’anno prima, ma, anche, per il ritorno dei due, che li mortificava, come a voler dire che erano degli eterni semplicioni di facili raggiri.

    Ebbene, lo scarpinatore, nel suo libro su questo cammino andino, commentò il fatto che il mondo è “proprio piccolo”, sorpreso di trovare due classici furbacchioni suoi compaesani in uno sperduto sentiero a 4000 metri, così lontano da Napoli.

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    1. Ciao Cate, personalmente sono rimasta letteralmente catturata dal romanzo e dall’autore dello stesso 😊. A proposito di libri che non lo avevo segnato, forse la settimana scorsa avevi scritto un articolo con una grande citazione di un libro da te prediletto, m8 sapresti dire quale è se ti ricordi? Faccio prima a scrivertelo che entrare nel blog a cercarlo io che non ricordo neppure esattamente il periodo in cui l’hai postato. Scusami tanto sono una vera pigrona😌

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